La madre tossica: comorbilità
Madre tossica e disturbo narcisistico di personalità Quando , qualche anno fa , ho cominciato ad approfondire l'argomento della madre tossica, mi sono focalizzata ad analizzarne il comportamento in assenza…
Psicologa e Psicoterapeuta: Dott.ssa Marilena De Micco
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Come a dire vedere il bicchiere mezzo pieno è senz’altro sintomo di resilienza oltre ovviamente che di positività
Quante volte in momenti difficilissimi della nostra vita, soprattutto se abbiamo vissuto dei traumi, abbiamo avuto dei lutti terribili, o peggio ancora abbiamo combattuto contro delle malattie ,la prima cosa che abbiamo pensato è stata.. non ce la farò mai a ricominciare a vivere oppure a ritornare a vivere…
Bhè non è detto che ritornare a ciò che era prima sia l’unica strada possibile, talvolta anzi è proprio in quel momento che possiamo scoprire un mondo…rinasciamo come la fenice che rinasce dalle sue ceneri.
In poche parole questo è ciò’ che possiamo definire resilienza, cioè appunto la capacità che ha un individuo di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, reinventarsi e riscoprire in sé risorse talvolta sconosciute che aprono nuove prospettive e che dimostrano energie inaspettate.
Potremo definirla dunque Vita 2.0
A partire dagli anni ’90 si è sviluppata una linea di ricerca definita psicologia positiva ,orientata a studiare ed a potenziare le risorse psicologiche e contestuali che promuovono lo sviluppo cognitivo e affettivo e un soddisfacente adattamento all’ambiente, sia in persone definite normali sia in coloro che hanno fronteggiato e/o superato situazioni altamente stressanti o traumi, portandole così verso la guarigione.
Il concetto di “guarigione” infatti non rimanda soltanto ad un recupero della condizione fisica di una persona, ma si cerca sempre più di tenere conto della complessità di ogni individuo, nella sua unitarietà mente-corpo.
Uno studio eseguito su individui che hanno affrontato delle malattie devastanti o che hanno vissuto dei traumi, ha segnalato accanto ad alcune difficoltà, cambiamenti positivi quali:
La resilienza di un individuo è però strettamente legata al contesto in cui vive e in maggior dettaglio certamente è fondamentale l’ambito familiare in cui esso vive.
È possibile allora ricondurre la resilienza ad un precisa configurazione del Funzionamento della famiglia.
Alla base delle famiglie resilienti è possibile individuare la capacità di Sentire e riconoscere con chiarezza le emozioni e le percezioni, comunicarle all’interno della famiglia, di conservare un contatto buono (nonostante l’incertezza e la paura), di fare sentire la protezione, la forza la consistenza nel mostrarsi.
La famiglia offre un ambiente e una modalità più o meno utile che può bilanciare, riequilibrare le numerose deprivazioni, dolori e alterazioni che di per sé la malattia o il trauma promuove. Questo può portare i soggetti colpiti a sentire ancora di più la capacità di riorganizzare la propria vita a lungo termine.
Ciò che possiamo ritenere fondamentale è il modo di porsi dinanzi a questi eventi catastrofici della vita.
Porsi delle domande negative tipo.. “perché mi sta accadendo ciò? Me lo merito? Come potrò fare?” Questo tipo di domanda tende ad attivare il pensiero negativo, e quindi la soluzione dove è possibile trovarla , è inesistente ai nostri occhi;
E’ quindi importante porsi delle domande che ci aiutino a vedere anche il lato positivo perché in questo modo sarà più facile intraprendere azioni efficaci che potranno portarci alla risoluzione del problema o aiutarci quantomeno ad aiutarci nel processo di guarigione. Ad esempio potremmo chiederci: “Cosa posso fare per far funzionare questa situazione?” Oppure: “Come questo evento mi potrà aiutare ad essere più forte?”. “Di che genere di aiuto ho bisogno in questo momento?”.
Ecco che appena cambiamo prospettiva di domanda, si attiva in noi la possibilità di andare a ricercare quelle famose energie, di cui prima accennavo e di cui magari non sapevamo nemmeno di esserne in possesso.
Quando però tutto questo non è possibile bisogna intervenire attraverso un lavoro mirato a sostegno del funzionamento dell’individuo, al fine di conservare uno stato di benessere anche quando la vita porta ad affrontare eventi tanto destabilizzanti.
Se pensi che anche tu puoi migliorare la tua capacità di resilienza, ma non sai da dove partire.. contattami, proveremo insieme.
A questo scopo nascono i Laboratori del Benessere!
Presso la sede di Napoli in via Toledo 156 sono aperte le iscrizioni ai laboratori ,che si svolgeranno in gruppo , iniziano il 20 ottobre ma sono continuativi per cui, se sei interessato e stai leggendo questo articolo dopo la data ufficiale di inizio, sappi che ci si può sempre iscrivere. Ti aspetto!
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