I papà e la Depressione post-partum

I papà e la depressione post partum
I papà e la depressione post partum

Correlazione tra atteggiamento mentale, traumi infantili e depressione post partum nei papà

Sapevate che anche i papà possono soffrire della depressione post-partum?

È una questione di atteggiamento…

Un primo approccio

può essere quello di un uomo che vive la paternità come un pesante condizionamento nella propria vita,

come un sacrificio e una responsabilità schiacciante, probabilmente perderà il proprio equilibrio e mal gestirà le trasformazioni del rapporto di coppia,

vivendo con un senso di esclusione la nuova coppia madre-bambino.

I papà e la depressione post partum

La letteratura sull’argomento riconduce la depressione paterna al trauma infantile che si verifica alla nascita di un fratellino cioè a quel vissuto di perdita dell’amore materno.

Allo stesso modo il bambino viene vissuto dal neo padre come il terzo incomodo che si mette in mezzo alla coppia.

Un secondo approccio

 completamente diverso, è quello degli uomini che sviluppano un atteggiamento positivo verso la paternità vivendola come apertura e inizio di una nuova fase della propria esistenza.

Emergeranno in questo caso molto di più una tenerezza ed una progettualità nei confronti del nuovo nato oppure anche un atteggiamento protettivo nei confronti della moglie gravida.

Vivrà con serenità e consapevolezza quelle che saranno le naturali limitazioni alla sua libertà personale e non avrà troppi dubbi sulla sua capacità di cura.

Insomma non ci saranno paure esagerate né gelosie nei confronti della neo mamma.

I papà e la depressione post partum

Dal momento che un uomo che deve diventare padre non vive le stesse trasformazioni fisiche della donne , né tanto meno le sue sensazioni, lavora molto di più di immaginazione, di fantasia

e pare che questo “parto mentale” sia positivo fino ad un certo punto, infatti, come afferma   Silvia Vegetti Finzi (1990), nel “Il bambino della notte”

(…) i nove mesi della gravidanza sono spesso vissuti dai padri come il tempo necessario per far crescere “il bambino della notte”;

questo bambino, che vive nel pensiero fantastico e generativo, assume le sembianze di una sagoma nera che inquieta e stordisce.

Nelle fantasie dei padri, i figli sono immaginati prevalentemente maschi e già grandi (dai tre anni in su) in modo da poterci parlare ed avere un compagno di giochi con cui poter condividere delle passioni.

Negli ultimi vent’anni invitare ai corsi di preparazione al parto anche i padri, ha fornito loro un’importante occasione di comprensione e condivisione;

momenti preziosi per fugare fantasie e pensieri preoccupanti circa la salute del bambino ed il giusto modo di prendersene cura quando sarà nato.

Questi momenti di condivisione sono molto importanti per il futuro papà anche perché, mese dopo mese, lo aiutano ad elaborare i sentimenti di gelosia ed esclusione a cui potrebbe andare incontro dopo la nascita.

Ovviamente c’è un doppio vantaggio perché anche la futura mamma beneficerà della presenza e del sostegno fisico e psicologico del compagno.

I papà e la depressione post partum

Un altro momento di condivisione importante è la presenza al parto.

Sicuramente un momento indimenticabile di grande unione per la coppia, che, però, rischia di diventare solo una moda, un momento di obbligo sociale a cui ci si sente costretti pur non sentendosi,

in realtà, in grado di sostenere emotivamente la situazione, con il rischio di viversela malissimo e mettere grande ansia alla mamma.

Meglio sempre parlarsi apertamente e prendere la decisione di assistere o meno al parto con sincerità e serenità.

Una buona comunicazione nella coppia è sempre un’arma vincente,

anche per esempio, nel raccontare alla compagna i propri sentimenti nei confronti del futuro o nuovo nato, delle difficoltà, della fatica che comporta essere un genitore attento e adeguato…

I comportamenti infantili come cercare a tutti i costi attenzione e rassicurazioni dalla compagna, con il risultato di appesantirla ulteriormente, devono essere abbandonati,

anche perché agli occhi del futuro bambino il padre dovrà mantenere un’immagine forte e rassicurante.

E tu come hai vissuto l’attesa e la nascita del tuo bambino? Hai assistito al parto?

Raccontami nei commenti la tua esperienza.

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Marilena De Micco

Mi chiamo Marilena De Micco, ho conseguito la laurea in Psicologia clinica e di comunità nel 2002 presso l’Università “Sapienza” di Roma; nel 2010 la specializzazione in Psicoterapia presso la Scuola Europea di Formazione in Psicoterapia Funzionale di Napoli e nello stesso periodo mi sono formata nei trattamenti antistress. Ho voluto coltivare anche la passione per l’insegnamento che già era nata alle superiori, dove ho preso il diploma Magistrale, infatti parallelamente alla professione di psicoterapeuta si è sviluppata anche quella di formatrice presso scuole pubbliche e private, sia in qualità di docente esperto esterno che di tutor interno su diversi temi di interesse psicologico. Già in giovanissima età avevo deciso cosa avrei fatto da grande e con impegno e perseveranza posso dire di essere tra i fortunati che fanno esattamente quello che volevano fare e che coincide con una passione. Sono moglie e madre di due adolescenti e come molte donne mi organizzo per trovare un equilibrio tra vita privata e vita professionale. Divido il mio tempo tra aule e studio privato, famiglia, amici e corsi di vario genere per continuare a curare anche la mia stessa formazione. Curo questo sito web da quasi due anni promuovendo la mia professione e condividendo articoli di interesse psicologico e formativo, nonchè contenuti gratuiti. Mi auguro tu possa trovare in questo sito l’aiuto che cerchi o le informazioni di cui hai bisogno, e se desideri lasciare un commento agli articoli che hai trovato interessanti sarò ben lieta di risponderti!

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