Mi fido di tutti. Non mi fido del diavolo dentro di loro. (Troy Kennedy-Martin)
Impattiamo il mondo, e quindi le esperienze che viviamo, con tutti i nostri sensi, ma anche con tutto il corpo;
diamo un valore, positivo o negativo, a quello che sentiamo e percepiamo e cognitivamente concettualizziamo il tutto.
Questo tutto finisce poi nel nostro bagaglio di esperienze, che diventano ricordi e con i quali confrontiamo le sensazioni e le percezioni successive nella nostra vita.
E questo è quello che accade più o meno anche a te per tutte le esperienze, ma, nel prosieguo della vita di una persona, le sensazioni si possono alterare, distorcere, perdendo la loro originaria funzione di guida,
e portare a false interpretazioni, impressioni sbagliate e idee certe su situazioni che, oggettivamente, sono false ma che vengono considerate reali e indiscutibili.
Questo è ciò che accade a chi soffre di idee deliranti, meglio conosciute come paranoie.
La paranoia
Se il bambino è costretto a soffocare ciò che sente perché non viene creduto o peggio ancora viene ridicolizzato;
quando si pretende di interpretare al suo posto quello che sente;
se il dolore nella sua vita è così tanto che “è meglio” non sentire…;
allora si può perdere il contatto con se stessi e finire per autoingannarsi con sensazioni e percezioni distorte che danno appunto idee bizzarre e deliranti.
La percezione della realtà si altera e le proprie fantasie interne, per lo più negative, si mescolano a queste sensazioni confuse.
Fantasie e idee negative, dove dominano sfiducia e sospetto nei confronti delle altre persone, alimentano in chi le detiene una rabbia continua e pervasiva,
perché si è costantemente sulla difensiva nei confronti di persone ipoteticamente cattive e minacciose.
Ovvio che, aspettandosi continuamente il tradimento e la slealtà dal prossimo, non si riescono a creare relazioni soddisfacenti.
In tutto ciò, il controllo di quello che accade dentro e fuori di se non è razionale, ma ossessivo e disfunzionante e rende la persona eccessivamente guardinga, sempre vigile e sospettosa;
costantemente alla ricerca di indizi, in avvenimenti per lo più innocui, che puntualmente vengono erroneamente interpretati.
Ti lascio con una poesia di una mia paziente dal titolo e dal contenuto eloquenti…
Paranoia
Uno… due… tre…
Fa caldo… dieci… undici…
Mi parlo dentro, mi domando e mi rispondo.
Ho il respiro corto… ora mi fermo.
Uno… due… tre…
Non riesco ad ingoiare i pensieri.
Sanno del mio disagio,
sì lo sanno!
Fa caldo… dieci… undici…
Mi guardano e ridono;
e penso che se mi guardo i piedi forse non mi si vede l’anima.
Maledetti occhi! Maledetti tutti! Maledetta me!
Uno… due… tre…
Fa caldo… dieci… undici…
Mi parlo dentro, mi domando e mi rispondo.
Ho la nausea… ora mi fermo.
Cancello, chiudo, allontano.
È una scelta antica;
in fondo è una scelta facile: attacco o fuga,
e, come un animale, scappo.
(Bellaterra78)