Madre tossica e disturbo narcisistico di personalità

Quando , qualche anno fa , ho cominciato ad approfondire l’argomento della madre tossica,

mi sono focalizzata ad analizzarne il comportamento in assenza di un disturbo psicologico diagnosticato.

Oggi vi parlerò di “madre tossica e disturbo narcisistico di personalità”

Negli ultimi anni si è parlato molto del disturbo narcisistico di personalità,  un disturbo però difficile da diagnosticare

per il fatto che  si può manifestare in modo estremamente vario da un individuo all’altro perchè esistono diversi livelli di narcisismo.

Il disturbo narcisistico di personalità è definito nel DSM-5 come “un pattern pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti.”

Nel voler descrivere le caratteristiche principali del narcisista patologico ritroviamo

• un bisogno di ammirazione eccessivo e un immagine grandiosa di sé

• un deficit di empatia e quindi anche una tendenza a sfruttare gli altri per raggiungere i propri scopi

• troviamo un sé estremamente fragile e alla costante ricerca di conferme ma anche tanta arroganza

• una eccessiva permalosità nella sfera relazionale

• spesso invidia, che si manifesta sia nei confronti degli altri, sia nella convinzione di riceverla, ma anche rabbia e desiderio di vendetta per le presunte ingiustizie subite

• e, come se non bastasse, spesso possono essere presenti comorbilità con altri disturbi di personalità

Madre tossica e disturbo narcisistico di personalità

Come ho descritto altrove, l’acquisizione del ruolo genitoriale è strettamente correlata, non solo alla rappresentazione mentale di tale ruolo, ma anche all’esperienza della relazione con le proprie figure di attaccamento.

Ciò implica che la nascita di un figlio può far riemergere, nel padre così come nella madre, quegli stessi vissuti psicologici (abbandono, gelosia, rivalità) che caratterizzavano le relazioni con i propri genitori.

Probabilmente nell’infanzia del narcisista ci sono stati schemi di attaccamento disfunzionali o separazioni brusche per i più svariati motivi.

Le conseguenze di queste esperienze infantili possono essere drammatiche: per essere amato, il bambino si sforzerà di diventare come lo si vuole, reprimendosi e nascondendo i propri bisogni reali, facendo “il bravo ometto” o “la brava signorina”

Immaginate questa piccolina diventare un’adolescente prima e un adulta poi…

e poi immaginate il senso di ingiustizia che proverà negli anni e con quanta paura dell’abbandono vivrà le relazioni…

e infine mmaginate poi che diventi madre…

Essere figli di una madre affetta da disturbo narcisistico di personalità può significare sostanzialmente vivere una relazione in cui la manipolazione affettiva sarà una costante del rapporto.

Il figli@, infatti, esiste come prolungamento di sé o come mezzo per raggiungere il benessere emotivo.

Per una madre narcisista esisterà solo un modo di vivere, pensare o fare: il suo. Di conseguenza anche le sue modalità educative saranno rigide e standardizzate, talvolta assurde, creando danni alla prole.

Queste donne malate fanno ammalare i propri figli.

Purtroppo è così, ed è necessario sempre di più rompere i tabù sull’argomento, discutendone come si fa per qualsiasi altra problematica e spostando il focus sulle possibili soluzioni, sia per aiutare i figli che le stesse madri.

Madre tossica e disturbo narcisistico di personalità

La nascita di un bambino rappresenta un evento molto importante e delicato nella vita di una coppia e nella donna implica profonde trasformazioni da un punto di vista fisico, psicologico e relazionale.

Nelle prime fasi della maternità ogni donna attraversa un periodo che Winnicott definisce “preoccupazione materna primaria”,

uno stato psicologico in cui la madre è profondamente assorbita dalle fantasie e dalle esperienze riguardanti il figlio.

Si tratta di una funzione adattiva positiva che in genere ha inizio negli ultimi tre mesi della gravidanza e si protrae fino ai primi tre mesi di vita del bambino,

consentendo alla madre di comprendere i bisogni del figlio e di rispondervi in maniera sensibile.

Ma,per continuare a rispondere in maniera adeguata ai bisogni psicologici dei figli è molto importante che il bambin@ venga visto come persona a sé stante,

un essere unico e originale, che non può e non deve “riparare” il passato infantile materno.

Già questa mancanza iniziale, questa incapacità psichica materna, di vedere il figli@ come un essere individuale, potrebbe spiegare la maternità narcisista, perchè tale donna si rapporterà al figli@ come se fosse un estensione di sé.

Diversi anni fa seguii in terapia una giovane donna, poco più che maggiorenne , le cui prime parole, tra le lacrime, furono “per mia madre io sono come una delle sue borsette da sfoggiare con le amiche!”

E’ molto comune , nelle madri narcisiste, utilizzare i figli per avere visibilità: ad esempio i loro meriti, le loro capacità scolastiche o sportive, perchè in essi trovano il loro stesso valore di madre, e va da sè che il fallimento è inaccettabile.

Oppure possono simulare malattie e tutta una serie di dolori al fine di continuare a ricevere attenzione e generare senso di colpa nel figli@, generando delle vere e proprie inversioni di ruolo.

Molto spesso il comportamento esposto in pubblico, equilibrato , positivo, è solo una facciata, ma chiusa la porta di casa c’è tutt’altro… imprecazioni, urla e/o violenza fisica, anche perchè le  punizioni della madre narcisista sono irrazionali e inappropriate.

Ovviamente i figli  sono confusi e terrorizzati da tali ambivalenze e purtroppo assorbono un errato esempio di amore!

E le cose si complicano ulteriormente per il figli@, se esistono altre patologie psicologiche e/o dipendenze da droghe e alcool…

Purtroppo va detto che le persone con disturbo narcisistico, e quindi anche le madri, non chiedono aiuto per la loro condizione, di solito la segnalazione arriva da persone esterne che se ne accorgono per svariati motivi o perchè i figli chiedono aiuto .

Questo fa si che situazioni del genere durino per anni prima di venire fuori e che quindi abbiano tutto il tempo di fare danni su questi figli,

che , devo dire , per la mia esperienza,  già in adolescenza cominciano ad accorgersi delle manipolazioni materne e di tutta una serie di comportamenti anormali nella loro relazione;

probabilmente dal confronto col gruppo dei pari.

Accorgersi di tutto ciò fa percepire ancor di più il dolore di questa convivenza.

E’ per questo motivo che, se sei un adolescente e stai vivendo le situazioni descritte in questo articolo, ti invito a scaricare il mio pdf gratuito  “La madre tossica:istruzioni per l’uso” e a contattarmi per raccontarmi la tua storia.

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