Quello che devi sapere sui capricci del tuo bambino
E’ un dato di fatto: il profumato angioletto, il dolcissimo batuffolo che ti ha conquistato da subito con il suo sorriso e lo sguardo indifeso… intorno ai due anni si è trasformato in un mini black-bloc!
Il viso imbronciato, i suoi “NO” a questo e a quello, con il risultato di esasperarti mettendo a dura prova la tua pazienza… è cominciata la fase del CAPRICCIO!
Come se non bastasse partono anche le accuse passive-aggressive di chi ti sta intorno…
“lo hai tenuto troppo in braccio!“;
“gliele davi tutte vinte e questo è il risultato!“;
“non avrebbe dovuto dormire nel lettone!“… e giù di lì.
Tutta una serie di giudizi che non fanno altro che farti sentire un genitore inadeguato, ed è allora che, pensando di essere stato troppo permissivo, decidi di adottare la “linea dura”.
Il bambino mette alla prova i genitori o chi si occupa di lui, e sa come e con chi può comportarsi in un modo e con chi in un altro.
Quindi non c’è da meravigliarsi che in una stessa situazione il tuo bambino faccia i capricci con te e non con il padre e viceversa.
I capricci sono un modo di imporsi, non c’è dubbio, e all’interno della relazione con il genitore è quasi un passaggio obbligato per manifestare la propria autonomia.
Purtroppo spesso dai genitori non viene visto come un processo passeggero e naturale dello sviluppo, ma come un “contro” come una condotta aggressiva che va necessariamente bloccata, fermata.
Allora cosa esprime davvero un bambino attraverso il capriccio?
O meglio, cosa è ben che tu sappia in merito al capriccio?
Intanto, il capriccio del bambino, proprio perché è una manifestazione di un ben più ampio bisogno di autonomia, non è necessariamente legato all’ostilità.
Il piccolo si oppone, ma continua a volere bene al genitore a meno che non lo si costringa a fare ripetutamente qualcosa che proprio non vuole;
allora il bambino comincerà a provare rabbia che finirà per inquinare l’oppositività stessa dandole una colorazione negativa e distruttiva.
Attraverso il capriccio il bambino esplora anche la sua forza ed è per questo che il più delle volte non è un problema, ma i genitori di un bimbo indisciplinato, disubbidiente e poco collaborativo lo vivono come tale.
Conserviamo dunque un profondo rispetto per i bambini e lasciamo che siano se stessi.
Un altro bisogno che il bambino esprime è quello di affidarsi all’adulto che saprà dare dei limiti giusti.
Qualche volta, per abitudine o per credenze educative proprie, i bambini vengono molto criticati e gli adulti sono sempre in agguato per dirgli di non fare qualcosa.
Succede quindi che si finisca di innescare il capriccio per eccesso di divieti che poi il genitore stesso fa fatica a rispettare.
Una delle risposte peggiori che possa dare un genitore rispetto ad un capriccio è dire un NO irrevocabile e poi cedere per sfinimento!
Se il NO è sensato, è giusto, va mantenuto nonostante le insistenze del piccolo.
Però, a volte, il NO viene detto con troppa facilità, per proprie paure, insicurezze o false credenze.
Le regole vanno bene, servono senza dubbio dei limiti anche al fine di proteggere il bambino da reali pericoli, ma devono essere poche e semplici di modo che siano facili da capire e da rispettare.
Un altro bisogno che il bambino esprime attraverso il capriccio è quello di sentire l’amore del genitore.
I genitori amano che i loro figli siano ubbidienti, ma è importante che anche davanti al capriccio, il bambino percepisca che il loro amore resta immutato;
per far si che non viva con un profondo senso di colpa, di non essere stato buono con i genitori, di non averli fatti contenti.
Se i genitori hanno gestito bene la situazione il capriccio si scioglierà e intorno ai 5-6 anni con il bambino sarà poi possibile ragionarci;
farlo prima, ovvero concettualizzare le proprie motivazioni per far capire al piccolo le proprie ragioni, è assolutamente inutile.