Conseguenze psicologiche del padre assente

Conseguenze psicologiche del padre assente
Conseguenze psicologiche del padre assente

Ciò che il padre ha taciuto, prende parola nel figlio;

e spesso ho trovato che il figlio altro non era, se non il segreto denudato del padre. (Friedrich Nietzsche)

Conseguenze psicologiche del padre assente

Quando il padre è “assente”, secondo la letteratura, lascia una eredità problematica fatta di disturbi del linguaggio, problemi scolastici, irrequietezza, ansia, disturbi relazionali, depressione infantile,…

fino a parlare di veri e propri comportamenti devianti: bullismo, problemi di droga e violenza.

Anche se presente fisicamente, un padre assente a livello emotivo limita lo sviluppo dell’autonomia, della sicurezza e fiducia in sé e negli altri.

L’esperienza di contatto con il padre è nutritiva tanto quanto quella con la madre ed il non viverla in modo appropriato può creare difficoltà nell’ abbandonarsi poi ad un rapporto intenso e profondo con l’altro

oppure per contrasto può portare a cercare ossessivamente, per tutta la vita, figure a cui potersi affidare rischiando di incorrere in esperienze dolorose.

Conseguenze psicologiche del padre assente

Ma non è solo il padre assente a lasciare un’eredità di sofferenza al figlio:

Una ricerca condotto da Ramchandani e altri (2005), svolta su un campione di 8.431 neo-papà, ha dimostrato che la depressione paterna, nel periodo postnatale, è spesso associata a disturbi emotivi e comportamentali

che si manifestano nel bambino intorno ai tre anni e mezzo di vita (con particolare evidenza di disturbi nella condotta dei figli maschi).

Paulson, Dauber e Leiferman (2006), hanno individuato che tale sintomatologia era correlata a pratiche d’interazione e accudimento più scadenti della norma.

Si può quindi affermare che un prolungato stato di depressione del padre influenza negativamente la crescita del bambino e che è necessario affrontare per tempo questi sintomi

in quanto i primi mesi di vita sono fondamentali per lo sviluppo del bimbo.

Conseguenze psicologiche del padre assente

C’era una volta il padre padrone.

Per secoli infatti la figura del padre è stata più simile a quella di un padrone, ma dagli anni ’60 in poi le cose sono cambiate e negli anni ’70 si arrivò a parlare di padre materno.

  Secondo i più recenti dati ISTAT nove padri su dieci sanno cambiare il pannolino e diciotto su cento lo fanno regolarmente;

molti inoltre sono i padri che si cimentano con il bagnetto e la preparazione della pappa:

tutte operazioni che fino a una o due generazioni fa erano svolte esclusivamente dalle donne.

I padri di ultima generazione sono teneri, rassicuranti, manifestano i loro sentimenti ed emozioni verso la nascita del figlio con grande naturalezza senza preoccuparsi di apparire poco maschili

e sono capaci di assolvere tutte le funzioni del maternage, cosa impensabile e vissuta come imbarazzante in passato,…tutto questo è cosa buona e giusta ma c’è un però.

Una cosa è essere padre di un neonato, altra cosa è essere padre di un adolescente/adulto;

e se è vero che oggi i padri sanno molto su come si fa ad essere padre di un bambino piccolo, è altrettanto vero che sanno molto meno di come si fa ad essere padre di un figlio grande.

Paradossalmente questa convergenza nell’area materna pur essendo utilissima nel bambino piccolo, non lo è più nel grande.

A quel punto infatti è necessario che i pardi recuperino il loro ruolo, la loro funzione specificamente paterna.

Il padre deve riprendere il suo ruolo di punto di riferimento, di autorevolezza

con regole (poche) e obiettivi (condivisi), affrontando anche, se necessario, i conflitti che si innescano nel porre limiti e doveri.

Pare che attualmente la crisi di autorità d’immagine e identità paterna stia proprio in questo.

L’illustre pediatra prof. Bernardi ha espresso la sua profonda preoccupazione di fronte al diffondersi dei “mammi”.

Egli afferma che i bambini per crescere hanno bisogno di un modello femminile e di uno maschile e non di uno femminile e dell’imitazione più o meno scadente del medesimo.

“Con sgomento assistiamo al passaggio, quasi senza soluzione di continuità, dal padre padrone al “padre che non c’è” (S. Argenteri, 2005).

Questa rischia di essere la nuova eredità del padre.

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Marilena De Micco

Benvenuti nel mio spazio di crescita e benessere. Sono una psicologa e psicoterapeuta, specializzata in terapia Funzionale , in Mindfulness e certificata nell’applicazione della teoria polivagale in terapia. La mia missione è guidare adulti e adolescenti, insieme alle loro famiglie, verso un percorso di autenticità e serenità. Con un approccio pratico ed esperienziale, offro strumenti concreti per affrontare e superare ansia, stress, attacchi di panico, disturbi dell’umore, disturbo ossessivo compulsivo, e difficoltà emotive e relazionali. La mia esperienza si estende anche alla formazione sul benessere aziendale, dove promuovo strategie efficaci per una vita lavorativa equilibrata e produttiva. Credo fermamente nel potere trasformativo della terapia e dell’autoconsapevolezza. Se stai cercando supporto per superare i blocchi che ostacolano il tuo percorso nella vita, scuola o lavoro, sei nel posto giusto. Insieme, possiamo scoprire e coltivare il tuo potenziale per una vita più piena e soddisfacente.

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