La rabbia nelle relazioni.
Viviamo in un mondo di relazioni: di coppia, genitoriali, fraterne, amicali, tra colleghi o compagni di classe…e quello che succede all’interno di queste relazioni influenza non poco la nostra vita, nel modo di essere, fare e pensare.
Come potete immaginare, nella stanza di uno psicoterapeuta si parla tantissimo del mondo di relazioni di una persona e spesso c’è una costante confusione rispetto all’attribuzione di responsabilità.
Mi spiego meglio: pensiamo di essere noi a provocare nell’altro determinate risposte emotive e viceversa pensiamo che l’altro determini le nostre reazioni.
Per esempio, una persona si arrabbia con me e mi dice ” mi fai arrabbiare!” oppure mi arrabbio con qualcuno e penso o dico ” mi ha fatto arrabbiare” “sei tu che quando fai cosi mi fai arrabbiare!” ecc.
Qui sta l’errore di valutazione e di attribuzione di responsabilità di cui parlo. Le emozioni che proviamo non sono “colpa” dell’altro e quello che prova l’altro nei nostri confronti non è “colpa” nostra.
La rabbia nelle relazioni
Continuando con l’esempio della rabbia potremmo dire che colui che si arrabbia commette l’errore di non riconoscere che c’è rabbia DENTRO di sè .
Se sono sempre arrabbiato non è colpa di nessuno, la rabbia è già dentro di me, non sono gli altri a farmi arrabbiare, non è il capufficio, non sono le cose, le situazioni, la politica, Dio…
Anche chi si sente accusato si sente in colpa pensando di avere il potere di provocare nell’altro determinate reazioni.
La rabbia è dentro, e finchè continuerò a pensare che la causa è fuori mancherò l’obiettivo, mancherò il centro perchè non mi renderò conto mai, non sarò consapevole della rabbia che ho dentro di me.
E’ come se la considerassi qualcosa che l’altro da fuori mette dentro di me, ma io non sono un contenitore, un secchio dove gli altri possono buttare dentro le cose, cose che altrimenti non ci sarebbero state.
Questo vale anche per emozioni positive: se amo è perchè l’amore è dentro di me.
Eppure nelle relazioni cadiamo continuamente nell’errore di credere che noi diamo delle emozioni all’altro, emozioni che altrimenti non avrebbe, e l’altro le da a noi e, se se ne va, se le porta via…
In terapia mi capita di lavorare con donne che avevano compagni gelosi o aggressivi verbalmente e non solo e ascolto frasi del tipo :”lui dice che sono io che lo faccio ingelosire…sono io che lo faccio arrabbiare…è colpa del mio modo di fare se perde la pazienza…sono io che gli suscito tanta passione…”
Credere a queste parole innesca un senso di colpa infinito.
Lo schema di pensiero che è alla basa è più o meno questo: io suscito emozioni in quella persona che senza di me non avrebbe, non ci sarebbero. E’ esattamente il contrario: se quelle emozioni non fossero già presenti nell’altra persona non verrebbero furi con me.
Il mio ruolo con l’altro è quello di dargli la “possibilità” di far uscire le sue emozioni, facendo da cassa di risonanza, affinchè quello che già c’è possa venir fuori.
Anche in altre tipologie di relazione a due si innescano questi meccanismi, per esempio tra madre e figlio/a; ma di questo ne ho ampiamente parlato nell’ebook sulla madre tossica che potete scaricare gratuitamente qui.
Quindi, quello che è bene capire rispetto a come funzionano le emozioni dentro di noi è che se io provo un’ emozione di qualsiasi natura, quell’emozione è mia!
L’altro può fare da cassa di risonanza, da specchio, può risuonare con la mia emozione perchè sintonizzato sulla stessa frequenza emotiva, ma resta il fatto che l’emozione è prodotta da me, è dentro di me.
Ho scelto di soffermarmi sull’emozione della rabbia perchè, tra tutte le emozione è una delle più “faticose”, sacrosanta per carità, ma fisicamente e mentalmente faticosa.
La rabbia nelle relazioni
C’è una fantastica massima zen che dice:
arrabbiarsi è come bere del veleno sperando che l’altro muoia!